Una strana sensazione, come quando sbuchi in un posto che non conosci e non sai più da che parte guardare per scegliere la direzione giusta e ti giri in continuazione alla ricerca di un riferimento che ti ricordi qualcosa di famigliare. D’altra parte 16 mesi di attesa sono davvero tanti e se non è già ruggine, è almeno ossido quello che si è formato su Righello, nelle pieghe del suo camice, sulle corde del suo ukulele. Ma è ora di svegliarti amico mio, è arrivato il grande momento che hai così tanto atteso e devi essere il più bel Righello di sempre. Apri la tua borsa, posiziona con cura lo specchio sul tavolo e inizia a stendere il bianco, poi il rosso è per finire quel poco di nero che chiude il tuo trucco. E incrociando gli sguardi emozionati delle tue compagne, prendi coraggio ed esci assieme a loro da quella stanza per entrare nello straordinario mondo dei Cosmoclown. Ed eccola, fa capolino dalla sua stanza sentendo la nostra canzone ma non appena incrocia i nostri sguardi, scappa subito dentro. Elisa 4 anni, ci osserva tutto il tempo con lo sguardo un po’ basso ma non perde un solo istante, registra ogni singolo movimento, dice si è no con la testa, sorride senza che si veda troppo ma non dice mai una parola. Si capisce che le andiamo a genio ma non se la sente di aprirsi di più. Ciao Elisa, è ora di salutarti, è stato bello incontrati, è stato bello guardare il tuo sorriso senza voce. Siamo fuori dalla sua stanza, già in fondo al corridoio ormai, stiamo cercando un’altro bimbo ma qualcosa ci distrae da dietro, ci raggiunge una voce sottile che urla più forte che può “ciao” e ci giriamo di colpo per vedere chi c’è. Grazie piccola Elisa per averci restituito tutto, la forza del tuo saluto mi ha tolto tutto l’ossido che avevo addosso. Ed è per questo che ne vale la pena, sempre.